dipendenza psicologica

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Come funziona la dipendenza psicologica?

Il ciclo della dipendenza

La dipendenza da sostanze non è un fenomeno statico, ma è costituita da elementi di impulsività e compulsività che rappresentano una dinamica ciclica di crescente intensità. In particolare, il cosiddetto ciclo della dipendenza sarebbe caratterizzato da tre componenti principali: preoccupazione-anticipazione, binge-intossicazione, astinenza-stati psicofisici negativi. Questa spirale viene innescata dalla difficoltà nell'autoregolazione e dallo stato di craving. Il ciclo della dipendenza risulta associato alla progressiva disregolazione del funzionamento del sistema di ricompensa cerebrale. Infatti la componente binge-intossicazione è riflessa dall'attivazione dei sistemi peptidici oppioidi dopaminergici e la componente di astinenza- stati psicofisici negativi è caratterizzata dal decremento della dopamina e dei sistemi peptidici oppioidi e dall'aumento dell'ormone di rilascio della corticotropina (CRH).

Il ciclo della dipendenza viene concepito come una spirale che aumenta in ampiezza con l'esperienza ripetuta e che si traduce nel vortice della dipendenza. Di particolare importanza all'interno di questa dinamica risultano essere le componenti di rinforzo (sia negativo che positivo). Infatti il rinforzo positivo associato alla presentazione della sostanza desiderata aumenta la probabilità di una risposta da parte del soggetto per accedere a tale sostanza, ciò si verifica nella fase di passaggio dall'anticipazione all'intossicazione, dove il craving e l'impulsività assumono un ruolo cruciale nella messa in atto del comportamento di ricerca della sostanza.

Oltre al forte craving, in questa fase del ciclo della dipendenza si evidenziano anche deficit nelle funzioni esecutive, alla cui base risiede la disregolazione delle principali proiezioni afferenti dalla corteccia prefrontale e dall'insula, compreso il glutammato, ai gangli basali e all'amigdala. Il rinforzo negativo, invece, si verifica con la riduzione di uno stato negativo pre-esistente o generato dall'uso della sostanza; perciò esso risulta collegato alla fase di astinenza-stato psicofisico negativo e, insieme al rinforzo positivo, contribuiscono ad innescare la fase di preoccupazione-anticipazione concludendo (e allo stesso tempo riavviando) il ciclo della dipendenza.

Tale ciclo ha evidenti analogie con il disturbo del controllo degli impulsi. Questo disturbo porta a sperimentare un incremento dello stato di tensione interna e di arousal fisiologico prima di compiere un atto impulsivo, che poi lascia spazio ad emozioni di gratificazione, piacere, soddisfazione e sollievo nel momento in cui si compie l'atto desiderato. Conclusa l'azione e terminato il beneficio che apporta, i sentimenti prevalenti risultano essere il senso di colpa, l'autoaccusa e il rimpianto (stati emotivi negativi), che a loro volta possono innescare tensione interna, facendo ricominciare il ciclo impulsivo. Infatti questi stati negativi esperiti durante la fase di astinenza rappresentano la chiave nel passaggio dall'uso all'abuso e alla vera e propria dipendenza patologica.

Cos'è il craving?

Il craving (dall'inglese “to crave” = bramare) rappresenta il desiderio incontrollabile verso una sostanza o un oggetto desiderato, ed è considerato un fattore critico per il comportamento dipendente e per il rischio ricadute.

In generale, “craving” è un'espressione ampiamente usata per riferirsi alla dipendenza psicologica e fisiologica indotta da un desiderio impulsivo che conduce, quindi, a compiere azioni finalizzate ad ottenere la sostanza o l'oggetto desiderati.

Questo concetto risulta strettamente connesso a quello di trigger, ovvero di stimolo esterno che può richiamare la sostanza, sia indirettamente (trigger secondario), sia direttamente (trigger primario). Questi stimoli “grilletto” costituiscono quindi elementi in grado di attivare un meccanismo di condizionamento e di gratificazione che sfocia nel desiderio, percepito come incontrollabile, di usare una determinata sostanza.

Si possono individuare e distinguere diverse tipologie di craving. Il craving tonico è vissuto in maniera statica durante tutto il giorno, può quindi essere considerato endogeno, in quanto non è incentivato da un trigger ambientale. Invece il craving episodico fa riferimento a quando si innescano, tramite stimoli esterni di vario genere, “attacchi” di intenso desiderio verso una sostanza specifica, e rappresenta un immediato precursore di ricaduta. Il Craving da ricompensa, si attiva quando si inizia ad “assaporare” l'effetto positivo che la sostanza o l'oggetto dipendente darà. Il Craving ossessivo alimenta il pensiero continuo della sostanza o dell'oggetto desiderato. Il craving da sollievo, infine, spinge a “consumare” per il sollievo che si avrebbe dalla condizione di malessere derivata dall'astinenza.

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